Agente causale
Xanthomonas campestris pv. campestris
Diffusione geografica
Mondiale
Sintomatologia
I sintomi si manifestano sotto forma di avvizzimento locale lungo il margine fogliare, seguito da ingiallimento fino a estendersi a “V” in senso centripeto. All’interno della lesione, le nervature fogliari assumono una colorazione nerastra, da cui il nome di questa malattia (marciume nero). Agli stadi avanzati, il tessuto colpito diventa marrone e necrotico. Le nervature fogliari nere possono estendersi allo stelo principale, dove può essere visibile il sistema vascolare scurito. Mano a mano che la malattia si estende al sistema vascolare, possono comparire lesioni da invasione sistemica lungo le nervature centrali delle foglie e tra le loro venature. Le piante infettate a livello sistemico possono manifestare una crescita stentata e sviluppare sintomi più gravi su uno dei loro lati. Nei cavoli colpiti, le teste rimangono più piccole e le foglie basali possono cadere. La malattia può progredire nei cavoli durante la fase di conservazione, rendendo non commercializzabile il prodotto. Durante i periodi freddi, i sintomi possono essere confusi con quelli causati da Pseudomonas syringae pv. maculicola (maculatura delle foglie a grani di pepe) o Xanthomonas campestris pv. armoraciae (maculatura delle foglie da Xanthomonas).
Condizioni favorevoli allo sviluppo della malattia
L’organismo responsabile del marciume nero può sopravvivere fino a due anni nei residui colturali infetti nel terreno. Può infettare anche molte crucifere spontanee, come crescione inglese (Lepidium virginicum), rafano selvatico (Raphanus raphanistrum), senape nera (Brassica nigra), lappolino (Coronopus didymus), rapa selvatica (Brassica campestris) e altre. Queste erbe infestanti agiscono da serbatoio d’inoculo per la diffusione della malattia nei campi sani. In genere il batterio infetta le piante attraverso le ferite anche se l’infezione attraverso gli idatodi è la più frequente, mentre quella stomatica si verifica durante i periodi caratterizzati da pioggie intense o da frequenti irrigazioni per aspersione. L’organismo può penetrare anche attraverso lesioni naturali dell’apparato radicale, durante periodi di saturazione del terreno. In presenza di temperature elevate (27-30 °C), i sintomi possono comparire entro 10-12 giorni. Tuttavia, in condizioni climatiche fresche, è possibile che una pianta infetta non manifesti alcun sintomo. La diffusione della malattia nel campo avviene generalmente attraverso pioggia, acqua di irrigazione, attrezzi agricoli, insetti o animali contaminati dal marciume nero disperso dal vento. Il batterio può essere trasmesso attraverso le sementi, con conseguente infezione del semenzaio. L’infezione secondaria da semenzai infetti può avvenire nei vivai o nei letti di semina e la malattia si diffonde in genere rapidamente durante le operazioni di trapianto/crescita.
Controllo
Utilizzare seme sano di elevata qualità. Effettuare rotazioni colturali almeno triennali. Posizionare i semenzai lontano dai campi coltivati a crucifere. Non spostare né potare i trapianti. Piantare in terreni ben drenati e adottare pratiche di irrigazione che minimizzino l’umidità delle foglie. Liberare i campi dalle infestanti delle crucifere. Disinfettare i letti di semina e gli attrezzi con vapore o spray germicidi. Controllare la proliferazione di insetti per minimizzare la diffusione dell’agente patogeno.